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DR TIZIANO CAPRARA

Gli indicatori “dentali ” della borsa

Ottobre 12, 2014

I pazienti non si presentano agli appuntamenti? Allora è meglio vendere le azioni. La segretaria ha difficoltà con il recupero crediti? Meglio comprare dell’oro.

Cosa c’entrano le abitudini dentali dei pazienti con il mercato finanziario? Sembra molto, a detta dell’articolo del Bloomberg Businessweek “Is a Market Crash Coming? The Dental Indicator Says Yes” che afferma che da tali comportamenti si possono ricavare gli andamenti borsistici del mercato.

Attualmente in America sono in aumento le cancellazione degli appuntamenti di richiamo con valori simili agli anni 2007-2009. Inoltre i piani di trattamento proposti sono maggiori di quelli che i pazienti sembrano accettare, quasi ci fosse una “aggressività” nella proposta (considerando la voglia di profitto delle catene dentali non c’è da meravigliarsi…). Per finire il recupero crediti è aumentato a livelli quasi simili al 2008 (+22% rispetto al 2013), soprattutto perché le assicurazioni hanno smesso di pagare per tempo (brutte nuove per i convenzionati…). Questi dati, simili a quelli antecedenti alla crisi del 2008, sembrano voler annunciare, secondo gli esperti, un’altra crisi del mercato (acch..staremo a vedere) Tuttavia se la teoria “abitudini pazienti=andamento borsa” sarà confermata, potremo in futuro fare un ottimo insider trading…

Per fortuna arrivano anche le buone notizie. In un articolo del collega e amico Davis Cussotto su Odontoiatria33, si legge che l’agenzia federale del Ministero della Salute USA avverte che dal 2013 al 2023 ci saranno segnali di ripresa con un aumento della spesa odontoiatrica (+5,1% annuo). Il 23 non mi suona molto bene come numero… ma penso sia legato al decennio. Non so dove prendano tali cifre quelli dell’agenzia, ma spero tanto che abbiano ragione.

In ogni caso qui in Italia lo sapevamo già. Questi sono anni in cui bisogna rafforzare le posizioni, anche perché la demografia “dentistica” ci invia alcuni segnali molto interessanti a partire dai primi anni ’20. Nel 2023 infatti il 38,7% dei dentisti avrà oltre 66 aa (fonte FNOMCEO 2014). Praticamente quasi il 40% della popolazione odontoiatrica sarà in età di pensione (o quasi…), mentre il 28% avrà un età compresa tra i 56-65 aa. I giovani rappresenteranno un 30% della popolazione odontoiatrica.

Come dico sempre “è la demografia che fa il mondo” e quindi potremmo assistere a due fenomeni:

A)  La quantità di dentisti che usciranno dal mercato del lavoro sarà molto più ampia di quella che entreranno (compreso i laureati in Spagna e Romania..). Già quest’anno il bilancio tra “usciti ed entrati” è stato il più basso in assoluto negli ultimi 10 anni… e fra un po’ inizierà a a diventare negativo. Di questo fatto sembra anche preoccuparsi il ministro della Sanità intenzionato a rivedere il numero chiuso. Questa potrebbe rappresentare una situazione positiva per chi rimarrà nel mondo del lavoro odontoiatrico. Potrebbe finalmente ridiventare favorevole quel rapporto dentista/ abitanti che adesso è tra i più bassi di europa.

B) Come in America potrebbe verificarsi il fenomeno del “back to work” (ritorno al lavoro) per cui dentisti anziani in età pensionabile saranno costretti a ritornare al lavoro, in quanto non avranno una rendita pensionistica sufficiente per se e i propri cari. In questo caso bisognerà valutare due aspetti:

1. Salute: saranno in uno stato fisico adatto al lavoro? Se già adesso molti colleghi si sentono stanchi di tutte le ore lavorative, ce la faranno a 70 anni?

2. Economia: Avranno organizzato lo studio in modo che crei reddito invece di rappresentare un costo?

Oltre ad investire in salute come ricorda sempre il prof. Carlo Guastamacchia, sarà quindi importante creare un’organizzazione interna legata all’ottimizzazione delle risorse: fare di più con ciò che si ha a disposizione.
Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo coinvolgere il personale ausiliario. Solo con la loro collaborazione potremo diventare efficienti e flessibili. Inoltre soltanto con la formazione continua e riunioni efficaci potremo fare in modo che ci aiutino a ridurre i tempi, aumentare la produttività e risparmiare sui costi.

Questi saranno 10 anni decisivi. Sarà importante capire come ci organizzeremo e con chi.

dr.Tiziano Caprara

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