L’America Dental Association in una sua ricerca di alcuni anni fa (Dentist Retirements Increase HPI) evidenzia come l’eta media dei dentisti pensionati sia aumentata dai 66 anni (2005) ai 69 anni (2018) contro un popolazione generale che va in pensione mediamente a 62.
E’ un dato interessante, se confrontato con le intenzioni di pensionamento dei colleghi italiani.
Per valutare quale fosse il pensiero del dentista italiano riguardo tale tema, ho eseguito, nel 2018 e nel 2021, un sondaggio che ha interessato rispettivamente circa 1000 dentisti nel primo e 509 nel secondo . La ricerca si concentrava sul “fine lavoro” ovvero se il dentista avrebbe veramente smesso di lavorare, una volta arrivata l’età pensionabile di 68 anni.
Come si vede i risultati delle le due ricerche, anche se realizzate a distanza di 3 anni, non sono molto diversi. Quasi un quarto degli intervistati ha intenzione di ritirarsi mentre circa la metà pensa di continuare a lavorare.
Quello che però è interessante è la divisione per età di tale risultato:
I “giovani” (35-44anni) sono quelli che desiderano maggiormente andare in pensione una volta raggiunta l’eta pensionabile (41%), mentre la maggior parte dei dentisti “maturi” (> 65 anni) sono intenzionati a rimanere a lavorare (79%) anche oltre tale limite.
Il perché di tale decisione non è soltanto dovuto a quello che in America chiamano FMO (Fear of Missing Out) cioè la “paura di essere messi da parte”, ma esistono altri aspetti che si aggiungono a tale motivazione.
Come ho scritto precedentemente sono quattro le ragioni che ci spingono a rimanere nel mondo del lavoro:
- Mantenimento fisico : alzarsi ogni mattina per andare in ambulatorio ci mantiene in forma (piuttosto che rimanere sdraiati sul divano o buttati su qualche panchina…)
- Mantenimento psichico: dover elaborare dei piani di trattamento mantiene il cervello in attività e preserva dal decadimento neurologico (che si verifica dopo la continua dose giornaliera di TV…)
- Mantenimento psicologico: lavorare mantiene alta la nostra autostima (in studio siamo i “primari” a casa ci dicono di portare fuori le immondizie…)
- Mantenimento economico: ultima ragione, ma forse le più importante, avere sempre “denaro fresco” e non diventare dipendenti dall’Enpam (che potrebbe modificare le pensioni, causa le continue emergenze…)
Queste importanti ragioni giustificano il fatto di rimanere a lavorare dopo l’età pensionabile. Per qualcuno si aggiunge anche un aspetto valoriale. C’è chi sente l’odontoiatria come una “missione” e in quanto tale, la porta avanti ad oltranza, quasi fosse un sacerdozio.
Esistono però anche colleghi che sono “stufi dello studio dentistico” e vogliono mollare tutto il più presto possibile. Per loro il lavoro è una fatica, soprattutto psicologica, che non riescono più a sopportare.
Perché si arriva a questo punto? Perchè una professione a cui ci siamo avvicinati con tante speranze è diventata qualcosa da cui fuggire?
Probabilmente se non riusciamo a organizzare bene lo studio, se il rapporto con il personale è molto difficoltoso, se lavoriamo molte ore durante la settimana (saltando pure le pause pranzo), se torniamo a casa tardi la sera, magari arrabbiati per tutto quello che abbiamo dovuto passare durante la giornata, se il ritorno economico è basso causa la ridotta gestione…. allora è facile ricadere in spirali emotive negative, che possono portarci a prendere delle scelte sbagliate. Praticamente non vedremo l’ora di finire questo “tormento”.
Se invece riusciamo a organizzare bene l’attività, se il personale ci aiuta nella gestione dello studio e dell’agenda, se riduciamo le giornate lavorative riuscendo a “compensare” lo stress con delle giornate libere, se torniamo a casa ad orari tollerabili….allora sarà molto più facile e naturale continuare a lavorare in quanto il nostro lavoro, piano piano, si trasformerà in un hobby.
Inoltre continuando a lavorare dopo l’età pensionabile avremo un miglioramento economico dovuto all’azione sinergica tra la nuova entrata (la pensione) e la riduzione del costo dei contributi Enpam (dal 19,50% al 9,75%). Questo ci permetterà di lavorare più rilassati in quanto sentiremo meno pressante il peso economico della professione.
Organizzare bene lo studio, gestire le persone che questa organizzazione devono mantenere, rappresentano aspetti importanti se vogliamo lavorare e vivere bene. Inoltre se il nostro obiettivo è quello di lavorare più a lungo nel tempo allora dovremo anche concentrarci subito a lavorare meglio per lavorare meno.
Inoltre l’organizzazione dello studio e del personale ausiliario è obbligatoria se vogliamo ottenere un’’entrata aggiuntiva” dalla vendita dello studio. Nessuno compra studi disorganizzati. Considerando l’età dei titolari di studio molto probabilmente nei prossimi anni ci saranno più studi in vendita e ciò che farà la differenza sarà l’organizzazione che abbiamo saputo realizzare. Questa aumenterà il valore della struttura agli occhi dei potenziali acquirenti.
In ogni caso il fatto di continuare a lavorare dipenderà molto da come organizziamo la nostra attività. Se lavoriamo in un ambiente sereno e abbiamo il supporto del personale non sarà difficile continuare a farlo negli anni. Se invece siamo disorganizzati ed è faticoso lavorare già adesso, figuriamoci dopo l’età pensionabile… a nessuno piace lavorare all’inferno.
Per questo è importante impostare uno studio “basato sulla serenità” seguendo anche i principi del Dental Kaizen, ovvero di un piano di miglioramento continuo, che trovate anche nel mio libro Dentista Zen o nel video-corso sulla gestione del personale ausiliario.
Tiziano Caprara
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