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DR TIZIANO CAPRARA

La “Mela Marcia”: come una sola persona può rovinare la serenità del nostro studio.

Gennaio 26, 2025

Circa 25 anni fa lessi un libro di Paddy Lund un collega australiano dal titolo “Building the happiness-centred business” ovvero “Costruire uno studio basato sulla Felicità” . Quel libro riportava le ricerche del tempo per cui se i dipendenti non agivano correttamente, la colpa era del Sistema . In definitiva non bisognava cercare la “strega” ovvero il responsabile da incolpare, ma la responsabilità era di un Sistema che non funzionava, ovvero la mancanza di protocolli, di formazione ecc. Per molti anni anch’io ho creduto a tale pensiero, malgrado alcune evidenze.

Ultimamente però le ricerche stanno rivedendo tali aspetti e in un bellissimo articolo dal titolo “How, when, and why bad apples spoil the barrel: negative group members and dysfunctional groups” ovvero  “La mela marcia nel team: come, quando e perché un singolo membro negativo influenza il gruppo” di Will Felps, Terence R. Mitchell and Eliza Byington (1), gli autori riconsiderano il detto:  “una mela marcia rovina il cesto”. Questa frase infatti  riflette una realtà spesso sottovalutata nei gruppi di lavoro: il comportamento negativo di un solo membro può compromettere l’efficacia e l’armonia dell’intero team.

Ma come, quando e perché accade? In definitiva: Chi è la “Mela Marcia”?

Nel contesto di un gruppo, la “mela marcia” è un membro che manifesta comportamenti negativi persistenti come:

  • Mancanza di impegno: Evitare responsabilità o affidarsi agli sforzi degli altri.Praticamente lascia che le cose le facciano gli altri anche se di sua competenza
  • Negatività emotiva: Espressioni costanti di pessimismo, insicurezza o irritazione. E’ la persona che è sempre negativa o scostante. 
  • Violazioni delle norme interpersonali: Comportamenti scortesi, commenti offensivi o mancanza di rispetto verso i colleghi. Chi risponde male o addirittura si arrabbia con le altre colleghe

Questi atteggiamenti generano frustrazione, conflitti e un senso di ingiustizia, creando una spirale negativa che colpisce il gruppo nel suo insieme.

L’Impatto Psicologico e Comportamentale

Le conseguenze di un singolo membro problematico vanno oltre la semplice irritazione:

  • Frustrazione e percezione di ingiustizia: I colleghi sentono che il loro impegno non è equamente ricompensato. Si arriva al paradosso che i dipendenti più efficienti iniziano a fare di meno perchè notano che lo stipendio è lo stesso di chi fa poco. Adottano questo comportamento per riequilibrare un senso di ingiustizia che percepiscono nei loro confronti. 
  • Diffusione emotiva: La negatività si propaga attraverso il gruppo, abbassando il morale. Si dice che una persona negativa in una stanza influenzi il morale delgi altri in 2 minuti. Effettivamente il nostro umore dipende anche dalle interazioni con gli altri e quindi chi ha un cattivo umore influenza tutto lo studio con ricadute sull’efficenza generale. In definitiva il pessimo umore COSTA.
  • Perdita di fiducia: Il comportamento scorretto erode la fiducia tra i membri, danneggiando la collaborazione.Quando per i motivi sopracitati non c’è più fiducia tra i componenti del perosnale anche il lavoro ne risente molto. 
  • Comportamenti difensivi: Dalle esplosioni emotive alla vendetta, i membri del gruppo reagiscono in modi che spesso aggravano i problemi. Alla fine si può arrivare  a dei litigi improvvisi con crisi di rabbia che sconvolgono lo studio. 

Effetti sui Risultati del Team

Quando una “mela marcia” non viene gestita, l’intero gruppo può soffrire:

  • Riduzione della coesione: I membri perdono il senso di appartenenza e il legame con il gruppo.
  • Aumento dei conflitti: Le tensioni interne si moltiplicano, distraendo il team dagli obiettivi.
  • Diminuzione della performance: Tempo ed energie vengono sprecati per gestire conflitti, con un impatto diretto sui risultati. Il cattivo umore è un LUSSO perchè costa tanto. 

Cosa Fare per Salvare il Gruppo

Affrontare un membro problematico richiede un mix di prevenzione e intervento. Ecco alcune strategie:

  1. Selezione attenta: Identifica i potenziali comportamenti problematici già in fase di assunzione. Se siamo fortunati possiamo capire che la persona non è quella giusta in fase di colloquio o di prove pratiche. Per questo è sempre meglio all’inizio l’assunzione a tempo determinato molto breve per valutare la persona.  
  2. Definizione di norme chiare: Stabilire valori condivisi riduce il rischio di comportamenti devianti. Avere un Manuale con dei protocolli scritti risolve molti conflitti. 
  3. Supervisione e feedback: Fornire feedback tempestivi aiuta a correggere i comportamenti negativi prima che diventino cronici. Questo è un atteggiamento che utilizzo da anni. Ogni settimana trovo una mezz’ora (solitamente durante la pausa pranzo) per discutere a turno co un componente del personale sulle cose da migliorare dello studio o sulle cose che non funzionano. Questo permette di “uccidere il mostro finchè è piccolo” cioè di modificare sul nascere comportamenti scorretti e di parlarne anche durante le riunioni a cui tutti partecipano. 
  4. Promuovere la resilienza del gruppo: Formare i membri a gestire lo stress e i conflitti migliora la capacità del team di affrontare le difficoltà. E’ utile dare delgi strumenti come la respirazione diaframmatica o la mindfulness dei 3 minuti, per sgonfiare eventuali momenti emotivi. 
  5. Escludere la mela marcia: In casi estremi, rimuovere un membro tossico può essere l’unica soluzione per preservare la salute del gruppo. Chiaramente in momenti di scarsità di personale come quelli attuali, è bene agire con le azioni precedenti per non trovarci a dover introdurre nuove persone con tutto ciò che questo comporta. Tuttavia se anche questo non funziona “eliminare la mela , salva il cesto…”

Conclusione

Un componente del personale negativo può avere un impatto devastante sul gruppo, sull’efficienza dello studio e sulla serenità lavorativa, ma non è una condanna inevitabile. Con interventi mirati e un dentista che sa gestire tali aspetti , è possibile prevenire o mitigare i danni, preservando l’unione, la fiducia e le performance della squadra.

Se stai affrontando queste sfide nella gestione del personale, il “Programma  di Miglioramento Gestionale ed Economico” ti può aiutare a sviluppare le competenze per affrontare situazioni come queste. Molti colleghi sono riusciti a risolvere tali aspetti e a migliorare la loro leadership grazie a questo programma semestrale di coaching, gestito personalmente da me.

Non lasciare che una “mela marcia” comprometta il tuo lavoro: contattami per saperne di più.

riproduzione vietata

dr.Tiziano Caprara

1) HOW, WHEN, AND WHY BAD APPLES SPOIL THE BARREL: NEGATIVE GROUP MEMBERS AND DYSFUNCTIONAL GROUPS Will Felps, Terence R. Mitchell and Eliza Byington Research in Organizational Behavior: An Annual Series of Analytical Essays and Critical Reviews Research in Organizational Behavior, Volume 27, 175–222

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2 Comments


Marco Fruttero
Gennaio 28, 2025 at 9:52 am

Parole sante. Io purtroppo, essendo buono e di cuore, ma non abbastanza autoritario, in passato ho avuto diverse situazioni in cui “la mela marcia di turno” creava danni ripetuti alla serenità ed alla produttività dello studio, ma secondo le leggi italiane garantiste non era indolore nè immediato poterla rimuovere. L’unica possibilità, e comunque non priva di rischi, era ricorrere al “mobbing soft”. Secondo me bisognerebbe ritornare ai tempi in cui licenziare una persona dannosa senza tanti problemi era un deterrente al verificarsi di queste situazioni. Poi so benissimo che un dipendente può avere una famiglia da mantenere o un mutuo da pagare, ma questo lo obbligherebbe a comportarsi bene ed a rispettare il datore di lavoro. Se una persona si comporta correttamente e non cerca di comandare più del datore di lavoro, il problema della “mela marcia” non esisterebbe.


Tiziano Caprara
Gennaio 29, 2025 at 6:58 am

Ciao Marco effettivamente non è semplice, anche se alla fine un buon consulente del lavoro che ci dia soluzioni e non ci dica solo “non si può fare” aiuta a eliminare chi ci sta peggiorando la vita. Purtroppo si tratta di costi (le famose 6 mensilità), ma si può fare….alla fine mi sposo solo con mia moglie. Purtroppo la serenità costa.
La cosa importante è non metterci mai nella posizione di essere ricattabili, perchè allora il discorso si complica…
Personalmente le persone si sono sempre dimesse e ho sempre cercato di “lasciarci bene”. Parlare sinceramente e far comprendere che rimanere insieme rovina non solo la nostra vita, ma anche la sua e aiutarla in un reinserimento in altre situazioni lavorative può aiutarci in questo “passaggio”.


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